Avviati i lavori dell'anastilosi del Telamone
Avviati i lavori per l’anastilosi del Telamone (foto Firetto)

Se ne parla da anni, ma finalmente hanno preso il via i lavori per l’anastilosi di un telamone, ovvero la ricomposizione in verticale di uno dei giganti che facevano parte del gigantesco tempio di Zeus, costruito nel 480 a.C. per festeggiare la vittoria degli akragantini contro i cartaginesi. L

a struttura, voluta dal tiranno Terone, non venne mai completata e non arrivò ai giorni nostri per il terremoto del 1401 che la distrusse completamente. Per completarne la devastazione nel XVIII le macerie vennero utilizzate per costruire il molo di Porto Empedocle. Ma nel 1928 venne avviata una campagna di scavi che permise di riportare alla luce tanti reperti, fra i quali i resti di quattro telamoni e di uno ritrovato praticamente intero e che al momento è stato lasciato adagiato e visibile nei pressi del luogo del ritrovamento. Una copia alta quasi 8 metri venne invece eretta ed è attualmente esposta nella sala grande del museo Pietro Griffo. I “Giganti” come vennero subito chiamati diventarono il simbolo di Agrigento. Vennero inseriti nello stemma ufficiale e il Municipio viene ancora chiamato “Palazzo dei Giganti”. Ed e proprio un telamone il simbolo di Agrigento quale capitale della Cultura del 2025. Sono quindi troppo importanti per rimanere macerie indefinite. Così il Telamone verrà presto ricostruito ricomponendo i blocchi originali e, una volta eretto, sarà un monumento alto quasi 12 metri. Il progetto, sul quale il Parco ha investito quasi 500 mila euro, prevede anche la ricostruzione della Trabeazione e la musealizzazione dell’area dove insisteva il tempio di Zeus. In altre parole è stato creato un percorso che permetterà di percepire l’esistenza di questo tempio.

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