Miniera di sale di Realmonte
Miniera di sale di Realmonte

di FRANZ LA PAGLIA

Quella di Realmonte non è soltanto una miniera di sale, ma è anche una miniera
di informazioni sulla storia geologica dell’intero bacino del Mediterraneo.
Quasi a ridosso del centro abitato di Realmonte, una quindicina di chilometri a
ovest di Agrigento, con i suoi tunnel raggiunge una profondità di circa 700 metri
sotto il livello del mare, mostrando gli strati di evaporiti, cioè quei cumuli di
sostanze che si sono formate a seguito della evaporazione: in particolare sale e
gesso.
In pratica è avvenuto un fenomeno simile a quello delle saline, ma di proporzioni
gigantesche. Una realtà che ci porta molto indietro nel tempo, a quell’era
geologica che in termini scientifici viene chiamata “crisi di salità del Messiniano”.
Siamo tra i 6 e i 5 milioni di anni fa. Può sembrare un’eternità, ma in termini
geologici, paragonando la vita del pianeta ad una giornata di 24 ore, potremmo
dire che questi fatti sono avvenuti nelle ultime decine di minuti.
Tra le teorie ipotizzate dalla scienza, quella che sembra più vicina alla realtà è la
concomitanza di almeno due eventi: la crescita dei ghiacci in Antartide, che ha
fatto abbassare il livello dell’oceano Atlantico, e la spinta della placca continentale
africana che ha chiuso lo stretto di Gibilterra. In pratica, il Mediterraneo è diventato
un lago e da qui, un’enorme salina che ha provocato una evaporazione
progressiva fino a prosciugare gran parte del bacino: il cosiddetto “Mare Nostrum”
era diventato un deserto. Dall’Africa all’Italia, fino addirittura alla Francia, alla
Spagna, alla Grecia si poteva arrivare a piedi.
L’evaporazione, proprio come in una salina, provocò il deposito di quei minerali
che prima erano sciolti nell’acqua, a cominciare dal sale. Perforazioni effettuate in
diversi punti del Mediterraneo, ci dicono che il fenomeno si riscontra anche a
tremila metri sotto il fondo marino.
Il fenomeno durò a lungo, consentendo il passaggio dall’Africa all’Europa di
diverse specie animali che da noi trovarono un clima tropicale adatto alla loro vita.
Poi, i cambiamenti climatici globali, provocando lo scioglimento dei ghiacci in
Antartide, fecero aumentare il livello dell’oceano Atlantico che si riversò nel
Mediterraneo con enormi cascate. La quantità di acqua fu talmente enorme che
circa un milione di anni fa il mare coprì l’intera Toscana al punto tale che quello
che oggi è il lago Trasimeno, in quel periodo, era un golfo del Tirreno.
Gli spostamenti delle placche africana ed europea, assieme a nuovi cambiamenti
climatici, poi portarono ad un riequilibrio del territorio, ma anche all’emersione di
nuove porzioni dell’Italia e della Sicilia. L’area di Realmonte (la scala dei Turchi lo
testimonia) emerse gradualmente dal mare fino ad arrivare alla realtà odierna. Il
resto, è cronaca di oggi.
La miniera di Realmonte è diventata anche un bene culturale: al suo interno è
stata realizzata una cattedrale di sale, utilizzata per la ricorrenza di Santa Barbara,
patrona anche dei minatori, ed è visitabile con un numero limitato di persone e su
prenotazione. Ma soprattutto il suo sale, non adatto a scopo alimentare, viene
esportato in tutta Europa (e non solo), utilizzato per sciogliere la neve e liberare
strade e ferrovie.
Generata dal clima, oggi è utilizzata in funzione del clima. Il cerchio si chiude.

 

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