Nell’ambito di un’inchiesta ruotante intorno anche al Distretto socio sanitario di Agrigento, sostenuta dalla Procura di Palermo, è stato arrestato dai Carabinieri Gaetano Di Giovanni, originario di Raffadali, attualmente a capo dello staff del sindaco di Agrigento nelle funzioni di indirizzo e controllo, e comandante della Polizia locale. Il 26 maggio del 2022 i Carabinieri della Compagnia di Partinico hanno proceduto al sequestro al Comune di Agrigento, in sei ore di attività, di una corposa documentazione negli uffici al terzo piano di Gaetano Di Giovanni, all’epoca dirigente del primo settore del Comune di Agrigento e del Distretto socio sanitario D1 di cui Agrigento è Comune capofila, relativamente all’attività di una cooperativa sociale con sede a Partinico per l’erogazione di servizi e assistenza domiciliare a disabili gravi del territorio agrigentino. La cooperativa sociale partinicese opera da anni non soltanto ad Agrigento ma anche in altri Comuni (una decina) che comprendono lo stesso Distretto socio-sanitario. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di una cooperativa concorrente. Il reato ipotizzato è corruzione. Lo stesso giorno del sequestro, il sindaco Miccichè affidò ad altro dirigente l’incarico di dirigere il Distretto socio sanitario. Più nel dettaglio, Gaetano Di Giovanni avrebbe favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani non autosufficienti (per un totale di 204.051 euro) alla società Medea, e dei servizi socio-assistenziali nei Comuni di Santa Elisabetta e di Agrigento (per un importo complessivo di 89.355 euro) alla cooperativa Nido d’Argento, in cambio di 7.500 euro in tre tranche.

Complessivamente l’inchiesta della Procura di Palermo è sfociata in 8 arresti: 3 in carcere e 5 ai domiciliari. E per 3 degli 11 indagati è stata disposta la sospensione dal pubblico ufficio o servizio. A vario titolo si contestano i reati di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato. La presunta associazione a delinquere sarebbe stata composta da quattro persone al vertice della cooperativa con sede a Partinico. I quattro soci avrebbero corrotto 7 tra dirigenti o funzionari dei Comuni siciliani di Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo, Agrigento e Palermo, con offerte di denaro, regalie e cene offerte in noti ristoranti. Inoltre, numerose sarebbero state le assunzioni alle dipendenze della cooperativa di persone indicate dai presunti corrotti. Il fine della corruzione sarebbe stato l’aggiudicazione di appalti e rapidi pagamenti a favore della cooperativa per l’assistenza a disabili, anziani e minori. Sarebbe stata inoltre rilevata l’emissione di una fattura per la retribuzione di servizi mai prestati di circa 30.000 euro da parte della cooperativa.

Gli arrestati in carcere, oltre Di Giovanni, sono:
Giuseppe Gaglio, legale rappresentante e presidente del Consiglio di amministrazione della cooperativa Nido d’Argento.
Massimiliano Terzo, dipendente della cooperativa Nido d’Argento.

Gli arrestati ai domiciliari sono:
Giuseppe Chiaramonte, dipendente della cooperativa Nido d’Argento.
Francesco Chiavello, ex dipendente della cooperativa Nido d’Argento.
Salvatore Lo Biundo, ex sindaco di Partinico.
Maria Pia Falco, istruttore direttivo al Comune di Marsala.
Aldo Raimondi, responsabile del settore politiche sociali e culturali del Comune di San Cataldo.

I sospesi dal pubblico ufficio sono:
Maria Rita Milazzo, dirigente del Comune di Balestrate.
Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della Provincia di Palermo.
Antonino Geraci, presidente di una Commissione aggiudicatrice di gare d’appalto per servizi sociali.