agrigento capitale della cultura 2025

L’articolo di oggi del Sole 24 ore, il quotidiano economico più letto in Italia ha paventato un flop per “Agrigento Capitale della Cultura 2025”. Leggendo l’articolo bisogna dire che non dice niente di nuovo rispetto a quello che sappiamo già. Ma ha certamente il pregio di aver alzato il velo sulla grande ipocrisia che circonda l’intera vicenda. Sull’enorme ritardo che si sta accumulando nell’avviare il progetto, infatti, solo poche voci isolate si sono finora alzate. Eppure sono passati già nove mesi dall’assegnazione del titolo  a Roma ed è stato prodotto solo un “mezzo” statuto, peraltro approvato con grossi emendamenti il 22 novembre scorso. Ed è passato un altro mese senza nessuna novità e nel silenzio generale. Il sindaco rassicura che tutto è a posto e che il 2 gennaio si andrà dal notaio per la fondazione. Solo il Comune. Senza il coinvolgimento diretto degli altri due soci fondatori, ovvero il Consorzio Universitario Empedocle e il Comune di Lampedusa.  Per loro, è stato detto, “basta” una presa d’atto.  Nell’articolo del quotidiano di Confindustria, però, viene “svelato” che Roberto Albergoni, progettista del dossier e capo dell’associazione Meno sostiene di essere tranquillo e che lui e il suo staff stanno lavorando. E lì sorge un dubbio. Ma nel nuovo statuto approvato dal Consiglio Comunale non erano stati esclusi? La scelta di fare l’associazione Meno Socio fondatore e il dott. Albergoni direttore generale non era stata la causa del blocco nell’approvazione dello statuto?  L’approvazione non è avvenuta dopo la loro estromissione? E oggi si scopre che non è così.  Albergoni è sempre al suo posto. E’ al lavoro e lo dice pubblicamente. Le solite cose agrigentine, anzi gattopardiane: cambiare tutto per non cambiare niente.  Nenè Mangiacavallo, presidente del Consorzio universitario e certamente “anima” della candidatura, non entra nel merito del problema. Ammette il ritardo ma invita ad attivarsi per salvare il salvabile. Un poco più deciso Vittorio Messina, presidente di Assoturismo  il quale paventando il rischio di fare brutta figura, anticipa la possibilità di citare per danni la classe politica. Una minaccia troppo generica per essere concreta. Ma basta a suscutare la reazione dell’ex sindaco Lillo Firetto il quale in una nota afferma di volere “ Citare per danni la classe politica, come propone Vittorio Messina? Sì. Meriterebbero di pagare di persona per l’inadeguatezza , ma la nave affonderebbe comunque. Credo che sia utile, invece, quello sforzo collettivo auspicato  dal presidente dell’ Ecua uscente. Non perché lo meritino, vista la prova di sé che hanno offerto, ma per Agrigento, città che dovremmo salvare da una prospettiva così indecorosa. E per gli agrigentini, finora spettatori, a volte distratti, di un processo che è invece pensato per avere una dimensione corale. Siamo fuori tempo massimo, serve un miracolo!”.  Infine, ma non per importanza, va evidenziata la frase riportata nel quotidiano di Confindustria, che l’occasione potrebbe far muovere 150 milioni per Agrigento e che gli imprenditori cominciano a preoccuparsi della situazione.