Il procuratore Di Leo

C’è un nuovo rapporto tra il procuratore della Repubblica di Agrigento Giovanni Di Leo e la stampa locale. Una linea condivisa dalla Questura che ieri ha diffuso la nota del capo della Procura che rimprovera il comportamento della stampa sul fatto di cronaca registrato a Palma di Montechiaro.
“La diffusione incontrollata di notizie di stampa circa l’avvenuta aggressione con acido in danno di una donna, avvenuta a Palma di Montechiaro nella giornata di ieri, da parte di persona ex convivente, allo stato indagata” – scrive il Procuratore – “sta determinando concreto pregiudizio alle indagini. Lo stato del tutto preliminare, e avviato da meno di 36 ore, degli accertamenti sulla vicenda non consente alcuna conclusione di alcun genere. L’interesse pubblico su una simile vicenda, acuito da recenti, plurimi, gravissimi episodi di violenza di genere non può e non deve scadere nella morbosità, nel linciaggio mediatico o nella formazione e diffusione di voci e notizie incontrollate, a detrimento della serenità e completezza degli accertamenti, della genuinità degli atti, e soprattutto dei diritti alla riservatezza delle persone coinvolte e dell’indagato. Si raccomanda a tutti, pertanto, la massima cautela”.
Una linea verso la stampa locale che era stata seguita alcune settimane fa dal prefetto Romano in occasione del suicidio dell’imprenditore Re.
Nuovi rapporti che sono creati da rappresentanti delle istituzioni che vivono la realtà agrigentina da un periodo relativamente breve e che non hanno ancora avuto modo d’instaurare rapporti personali con i giornalisti e non solo burocratici. Naturalmente il richiamo non è stato gradito da molti giornalisti che ritengono di avere svolto il proprio lavoro nell’interesse della verità e della popolazione non svelando alcune segreto istruttori e considerando che il fatto era già noto in paese e non solo. Per questo quanto accaduto è già stato segnalato all’Ordine dei Giornalisti, all’Assostampa e all’Unci chiedendo di valutare se vi sono state delle responsabilità dei giornalisti e, in caso procedere nei loro confronti, oppure se non ci sono state, di farsi portavoce verso le istituzioni a chiarimento dell’accaduto. Nell’occasione è stato chiesto anche di verificare se Questura, Procura e Prefettura sono dotate di un ufficio stampa per gestire la comunicazione istituzionale come prevede la legge.

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