E’ una bambina di appena due anni la vittima innocente dell’ennesimo naufragio davanti le coste di Lampedusa. Faceva parte di un gruppo di 43 migranti che sono stati recuperati sugli scogli di Capo Ponente dalle motovedette della Capitaneria di Porto e da due pescatori lampedusani. La bimba è morta di freddo e di stenti quando ormai si trovava a bordo della motovedetta e stava raggiungendo il porto e quindi la salvezza. Ma per lei il destino ha voluto che il suo viaggio e la sua vita si fermassero su quell’imbarcazione. Il suo corpo ora si trova nella camera mortuaria del cimitero di Lampedusa in attesa della decisione della magistratura. Ma ci sarebbero anche otto dispersi in questo naufragio, fra i quali ci sarebbero anche due bambini. E per loro le ricerche non sono state ancora concluse. Ma la situazione sull’isola è molto confusa.  Dopo il naufragio ci sono stati diversi sbarchi nella sera e durante la notte. Un peschereccio con 576 persone è approdato al porto di Lampedusa intorno alla Mezzanotte. E’ stato intercettato dalle unità di soccorso della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. A bordo c’erano migranti originari di Egitto, Siria, Iraq, Marocco, Pakistan e Bangladesh. Erano partiti domenica da Zuara in Libia. Dopo di loro, a molo Favarolo, c’è stato un altro sbarco di 43 migranti provenienti da Gambia, Guinea, Mali e Senegal partiti, sempre domenica sera, da Sfax in Tunisia. Alla fine sono state 1.087 le persone giunte a Lampedusa in poche ore e provenienti da Libia e Tunisia ma provenienti da Stati diversi. Ora dopo una breve permanenza all’hotspot di Lampedusa, verrano trasferiti in altre destinazioni.

 

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