“Non temo il voto disgiunto, perché non avverto questa tendenza” e “confido che i siciliani diano al centrodestra la maggioranza per garantire la stabilità di governo senza dovere cercare di volta in volta i voti in Assemblea regionale” ecco perché, dice Renato Schifani candidato alla presidenza della regione Sicilia nel corso del Forum organizzato dall’ANSA “mi rifiuto di pensare a eventuali alleanze: sono determinato a vincere”.

Definito il “listino” del presidente “con le indicazioni dei partiti”, Schifani lancia un messaggio chiaro agli alleati: “Sulle scelte per la formazione della giunta sarò intransigente, chiederò ai partiti una rosa di nomi e poi decido io; sono contrario agli assessori tecnici tout court ma voglio politici-tecnici competenti che conoscano la materia e su questo non accetto compromessi che possono indebolire la macchina amministrativa.

Ho sempre avuto ottimi rapporti con gli alleati, sono una persona di equilibrio e se in passato ci sono state tensioni nella coalizione farò in modo che non ci siano scorie: sono cresciuto nella scuola di Silvio Berlusconi e ho imparato ad ascoltare, a mediare quando è possibile ma a decidere in autonomia”.

Tra le priorità dell’azione di governo, in caso di vittoria, l’ex presidente del Senato indica tre punti: “la gestione virtuosa dei fondi europei, evitando scelte inutili e puntando decisamente su lavoro e infrastrutture; il coinvolgimento di fondi d’investimento per favorire lo sviluppo a partire dal turismo per incentivare l’industria cinematografica realizzando dei veri e propri set di produzione per valorizzare il patrimonio culturale e architettonico; l’avvio di un confronto con lo Stato per l’alta velocità in Sicilia”.

In agenda anche il tema delle ex Province: “Proverò a ricostituirle senza impatto sulla finanza pubblica, sono per un ritorno oculato di questi Enti che funzionavano in passato, bisognerà trovare un meccanismo per evitare la scure della Corte costituzionale”.

“I miei avversari non sono i competitor di questa campagna elettorale – afferma Schifani – ma la disoccupazione, la criminalità, la crisi giovanile, le infrastrutture colabrodo, i viaggi della speranza”. E chiarisce che “nonostante alcuni esponenti del Pd abbiano cominciato ad attaccarmi io mi lascerò cadere addosso qualunque polemica” anche se “non posso esimermi dal dare la solidarietà al giornalista Giacinto Pipitone per le offese ricevute da Cateno De Luca”. Riguardo proprio a Cateno De Luca, candidato governatore per ‘Sicilia Vera’, Schifani si dice certo che “non raccoglierà consensi tra gli elettori di centrodestra”. “Lui cavalca la rabbia e il malessere imitando il M5s di cinque anni fa – aggiunge – I 5stelle vinsero ma poi non hanno dato risposte con una classe dirigente non all’altezza, senza programmi e con tante contraddizioni: e il risultato è stato il crollo dei consensi. De Luca faccia pure la sua campagna elettorale, non mi fa paura”.

Sui rapporti spesso tesi tra governo e Assemblea che in questa legislatura ha portato a una quantità enorme di leggi impugnate dallo Stato, Schifani ha le idee chiare: “L’aula parlamentare è frutto di mediazioni ma la grande anomalia che porta alla instabilità in Sicilia è il voto segreto che viene usato su ogni provvedimento di legge mentre alla Camera e al Senato ci si avvale di questo strumento solo per le norme che riguardano i diritti delle persone e delle minoranze. Dubito che si possa mai modificare il regolamento e l’Ars possa rinunciare al voto segreto che serve a impallinare il governo. E’ uno degli aspetti che mi preoccupa di più”.

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